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Salathé Wall, El capitan: un viaggio verticale tra sogno e realtà.

La sera stessa che sorseggiamo la birra post nose, già stiamo progettando la salita di salathé wall!


Stefano Ragazzo e Silvia Loreggian sotto a The Nose su El Capitan, foto di rito dal Cap Meadow

L'arrampicata è proprio una droga e ognuno di noi ha le sue forme di dipendenza. L’arrampicata poi si sfaccetta in tante tipologie e quando provi qualcosa di nuovo.. Basta qualche giorno per recuperare ma subito hai bisogno di un’altra dose. Quante volte abbiamo sognato questa parete, le sue linee, siamo qua una volta nella vita (per ora..!), le condizioni meteo sono perfette, non ci pensiamo un minuto di più, e mentre sorseggiamo la birra post Nose stiamo già organizzando la salita della Salathé Wall!


salathé wall, un mito che dobbiamo assolutamente toccare con mano


La logistica di questa via richiede un giorno in più se ci si vuole agevolare issando il saccone alle cosiddette Heart Ledges, per le quali troviamo fortunatamente le corde fisse in loco. Questa operazione ci permetterà di scalare Freeblast, cioè i primi dieci tiri della via senza saccone al seguito e procedere così molto più veloci godendosi l'arrampicata senza stress. Per il resto, il conteggio di acqua, cibo e materiale essenziale già ce l’abbiamo pronto, basta aggiungere un giorno alla tabella di marcia.


Silvia Loreggian sulla Long Ledge, Salathé Wall, El Capitan, Yosemite Valley

Ci incutono un po’ di timore le misure grandi dei friend che su The Nose non erano necessarie ma che qui sembrano essere ricorrenti: C4 #5, #6 meglio se doppiati.. Beh, noi doppi non ce li abbiamo quindi il dubbio non si pone! I racconti di amici e i suggerimenti di alcuni arrampicatori locali al parcheggio di El Capitan Meadow (punto di ritrovo di tutti gli appassionati della Yosemite Valley), ci mettono in guardia sulla lentezza dell’arrampicata di questa via e sull’obbligatorietà di muoversi disinvolti nelle famigerate fessure offwidth (fuori misura). Ancora una volta, questa nomea di mistero e al tempo stesso di difficoltà, è la chiave vincente per farci affrontare la via con grinta e determinazione!

Un paio di giorni di riposo, durante i quali lavarsi i capelli sul lavandino dei bagni pubblici, assaporare un paio di birre e realizzare che la temperatura in parete è decisamente più gradevole rispetto al gelo polare che avvolge invece il fondo valle e siamo di nuovo in parete.


Giorno 1: 23 novembre 2021

Silvia Loreggian su Chimney 5.7 Salathé Wall, El Capitan, Yosemite Valley

Il primo giorno i tiri non sono estremi e permettono quasi tutti di scalare veloci ed in libera. La prima sequenza di offwidth ci scorre via con successo, meritano di menzione il famoso Hollow Flake dove dopo un faticoso pendolo ti infili controvoglia in una stretta fessura dove posizioni il friend #6 a circa un terzo della lunghezza e poi è meglio che lo lasci lì perché diventa ancora più larga; The Ear, che è letteralmente un orecchio di roccia appoggiata sulla parete e dove per fortuna avevamo già fatto pratica di “squeeze” su Astroman, altrimenti.. Chi si infilava là dentro! Ed il successivo tiro di artificiale: 45 metri di fessura dritta, scalata durante il tramonto e che ci ha fatto arrivare in sosta con le frontali accese nel buio più totale, durante il quale il tempo sia in sosta sia per chi scalava si è letteralmente fermato! Ma poi, il bivacco tanto atteso, The Alcove, il silenzio della parete ed un pasto caldo condiviso seduti sotto ad un mare di stelle.


Giorno 2: 24 novembre 2021


Il giorno successivo la scalata si fa decisamente più lenta, impieghiamo sempre più di un’ora a tiro ed effettivamente siamo su difficoltà più sostenute. E’ il giorno del Teflon Corner, dell'Enduro Corner, di The Roof e della Headwall. Abbiamo ancora addosso la sensazione di stanchezza provata sulla fessura svasa dell’Enduro, il vento che ha iniziato a soffiare proprio sull’esposto Roof e la luce incredibile del tramonto che batteva sulla Headwall. Il bivacco per questa notte è la Long Ledge: siamo a quattro tiri dalla cima, ma ormai è buio da un paio d’ore, la stanchezza si fa sentire e questa cengia lunga otto metri ma larga cinquanta centimetri, totalmente sospesa nel vuoto, è troppo spettacolare per non fermarsi a dormire! Sembra di toccare il cielo, un cielo incredibilmente nero e pieno di stelle.



Giorno 3: 25 novembre 2021

A metà mattina del terzo giorno siamo in cima, veramente stanchi questa volta ma altrettanto felici e svuotati. Non abbiamo incontrato anima viva in parete ed abbiamo di nuovo avanzato otto litri di acqua.. Non possiamo certo dire che la fortuna non sia stata dalla nostra parte!


ed è subito nostalgia di big wall


Stefano Ragazzo in discesa dopo aver scalato Salathé Wall, El Capitan, Yosemite Valley

Non è passato molto tempo dalla nostra settimana in parete e già sentiamo il nodo in gola di nostalgia di tutto quello che è stato il tempo trascorso nella magica valle di Yosemite e nell’enorme parete di El Cap.

Il tramonto e le stelle hanno un altro colore quaggiù, quasi quasi manca anche quell’imbrago mai tolto per 3 giorni consecutivi..!


Alla prossima Capitano!


Il climbing trip attraverso gli States non si conclude qui. Se avete ancora voglia di immergervi in fessure e nuove dimensioni verticali, non perdetevi il prossimo articolo del blog, dove abbiamo in serbo magnifiche foto di Indian Creek!


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